Apparatus Matri
“ In questa società la vita, nel migliore dei casi, è una noia sconfinata e nulla riguarda le donne: dunque, alle donne responsabili, civilmente impegnate e in cerca di emozioni sconvolgenti, non resta che rovesciare il governo, eliminare il sistema monetario e distruggere il sesso maschile “
Apparatus Matri è una riscrittura de La casa di Bernarda Alba di F. Garcia Lorca ambientata in una remota provincia italiana, all’interno di palazzo Maya. Il palazzo è occupato dalla comunità delle Matreie, adepte di Mater, e vi è impedito l’ingresso agli uomini. Mater fonda un sistema di potere rigido e severo, quasi elisabettiano, che lotta contro una società cattolica e maschilista, ma senza volerlo ne riprende le sembianze
a scapito delle personalità individuali delle figlie, nate lì dentro, e delle dinamiche competitive che sistemi escludenti e gerarchici tendono a creare.
drammaturgia
- Focus _2 in collaborazione con G.Cappuccio ed E. Menchicchi
regia
- Eleonora Gusmano
con
- Anna Gualdo Eleonora Gusmano
- Valentina Favella Ania Rizzi Bogdan
scene e costumi
- Ania Rizzi Bogdan
musiche originali
- Alessandro Romano aka Lorco
sartoria
- Valeria Leonenko
foto
- Piero Tauro
- Matteo Nardone
oggetto scenico
- Ambramà
SINOSSI
Mater, leader indiscussa delle Matreie, alla morte del secondo marito, sta per concretizzare il suo sogno: la società autogestita rivoluzionaria, di sole donne, da lei fondata ha appena acquisito un’ultima adepta ed è in fermento per l’organizzazione dell’azione pubblica, l’operazione Angelus, che determinerà la loro rilevanza sul piano nazionale. All’interno del Palazzo Maya vivono quaranta di donne tra cui le tre figlie, Stretta, Sevizia e Utopia. Condividono ogni cosa: averi, regole e obiettivi. Apparentemente.
Nonostante lo sguardo onnipresente di Mater, che impone loro un mondo senza uomini come soluzione al mondo maschilista da cui proviene, le sue stesse figlie hanno desideri e ambizioni individuali che non riescono più sopire. Un coro grottesco di donne le vicine rappresenta la società femminile al di fuori di Palazzo Maya, che spia, confronta e esplora le dinamiche psicologiche delle protagoniste mettendone in luce fragilità e sogni con un confronto all’ultimo battito d’ali.
NOTE DI REGIA
Apparatus Matri è una riscrittura de La casa di Bernarda Alba di F. Garcia Lorca ambientata in una remota provincia italiana, all’interno di palazzo Maya. Il palazzo è occupato dalla comunità delle Matreie, adepte di Mater, e vi è impedito l’ingresso agli uomini. Mater fonda un sistema di potere rigido e severo, quasi elisabettiano, che lotta contro una società cattolica e maschilista, ma senza volerlo ne riprende le sembianze a scapito delle personalità individuali delle figlie, nate lì dentro, e delle dinamiche competitive che sistemi escludenti e gerarchici tendono a creare.
Il titolo latino al fine di sottolineare appunto l’arcaicità di questo sistema distopico che vuole essere rivoluzionario ma degenera in senso quasi reazionario: come un immenso orologio a cucù o macchina infernale i personaggi entrano e escono dalla scena, nel passaggio da spettatori a attori di un meccanismo degenerativo immanente che sembra impossibile da fermare. Stanno preparando l’Operazione Angelus, irruzione sovversiva nel cuore del mondo cattolico, momento apice del disegno immaginato da Mater per mostrare al mondo la loro realtà ma è proprio in quel momento che vengono a galla le fratture profonde nel gruppo. Le Matreie sono a un bivio, perdere quelle che hanno costruito o sacrificarsi? O forse no. Forse è possibile una terza via, ed è questa l’utopia che vogliamo suggerire. Una nuova nascita che accolga le contraddizioni delle donne che siamo e che vogliamo diventare. E’ la deflagrazione di un sistema nato dalla privazione, un’ indagine sulla relazione tra auto determinazione e le necessità di appartenenza a un gruppo; sulle dinamiche di potere, sulla femminilità nuova avulsa da ogni stereotipo.
Ispirandoci all’iconografia della Madonna della Misericordia, Mater è collocata su un trono imponente, con un mantello di esagerate dimensioni che diventa il palazzo, contenitore delle sue abitanti. Fuori, in dialogo con l’interno, è il luogo de le Vicine, le altre donne della piccola cittadina. Hanno sentito solo un’eco del processo storico e delle battaglie femministe, spiano e giudicano le Matreie, spaventate e affascinate dal cambiamento che rappresentano: sono un coro onnisciente dai tratti grotteschi.
L’allestimento scenico, con cambi e dietro le quinte visibili, prevede l’istallazione di sensori e microfoni a contatto al fine di trasdurre le vibrazioni e i movimenti sul palco in input di elaborazione sonora in tempo reale, il tutto a sottolineare la scansione ritmica e visiva del meccanismo di cui i personaggi sono parte. Le musiche sono originali e composte durante le prove, accompagnano le protagoniste alla ricerca della loro personalità e verso un rinnovamento più autentico delle loro aspirazioni umane. Lo spettacolo si nutre in oltre dell’inserimento di performer raccolti nelle piazze che lo ospitano, che vanno a interpretare la comunità del paese in cui sorge Palazzo Maya. Questo rende Apparatus Matri uno spettacolo aperto , in ascolto del luogo e che si concede di farsi attraversare da esperienze umane sempre diverse derivate dal loro contributo.
CREDITS COMPLETI
Produzione Focus_2
con Ania Rizzi Bogdan, Valentina Favella, Anna Gualdo, Eleonora Gusmano
Regia Eleonora Gusmano
Collaborazione alla drammaturgia Elisa Menchicchi, Giovanna Cappuccio
primo spettatore Elisa Menchicchi
Scene e costumi Ania Rizzi Bogdan
Oggetto scenico Ambramà
Musiche e sound Design Alessandro Romano
Disegno Luci Raffaele Cerri
Sartoria Valeria Leonenko