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Anicka

fonte: sarita libre

Ania vuole raccontare la sua storia attraverso il corpo di un’altra e cerca un attrice che la impersoni. “Deve essere bionda, lineamenti sovietici, esperta di ginnastica artistica e deve possedere negli occhi la decantata malinconia dell’est Europa“.

Ma il casting va male e l’unica a presentarsi è una ragazza italo-peruviana: Killa Emanuela Paz Alvarez, bruna, goffa, occhi a mandorla, custode della memoria dei nativi Chavin delle Ande.

Tutti noi siamo arrivati a Roma con un percorso tortuoso che parte dai nostri genitori, risale ai nonni, a volte devia, torna indietro, riparte. Rotte e connessioni ci portano lontani nel tempo e nello spazio.

Roma è una città in cui le cui scuole sono popolate da ragazzine e ragazzini romani con nazionalità di paesi lontani, a loro spesso completamente sconosciuti, e ragazzine e ragazzini romani con tradizioni familiari di altre regioni e stati, intrecciate, mescolate, ibride.

Tutti siamo (almeno) due cose.